#LibriSottoLAlbero – Per chi si sente un po' Grinch




Buongiorno a chi ci legge,
non si può negare che ormai si inizi a pensare al Natale sempre prima. Da ottobre vengono proposti i calendari dell'Avvento, da inizio novembre compaiono le prime luci e a metà dicembre può capitare di sentirsi già un po' stufi e stufe di tutta l'atmosfera. La Redazione, in questo terzo appuntamento, pensa anche a chi si sente un po' Grinch, vuoi per naturale predisposizione oppure a causa della sovraesposizione prematura a Babbi Natale e stelline luminose intermittenti.

Buone letture,
la Redazione

***

Claudia consiglia 
Morgana. Il corpo della madre di Michela Murgia e Chiara Tagliaferri (Mondadori)
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Perché: è una carrellata di madri irripetibili, ognuna a modo proprio.
Una raccolta di storie e di vite di personaggi coraggiosi che illuminano diverse potenzialità di famiglia che vanno oltre i confini del tradizionale. Maternità declinate e maternità possibili che parlano anche di corpi e identità ricostruite. Le Morgane, in questo terzo volume del progetto letterario e politico di Murgia e Tagliaferri, hanno ancora gli occhi che bruciano di una fiamma sempre viva. 
A chi: a chi a Natale si diverte a rispondere con ironia alle domande inopportune dei familiari invadenti. A chi ama scrivere le proprie regole del gioco. E soprattutto a chi trascorrerà il Natale con la propria famiglia d'elezione, al di là dei legami di sangue. 


Deborah D'Addetta (il Grinch supremo) consiglia
Op Oloop di Juan Filloy (Ago Edizioni)
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Perché: si tratta di un nome proprio, quasi onomatopeico, che imposta tutta la narrazione su un ritmo peculiare. Il romanzo è, infatti, estremamente musicale, sostenuto, come fosse una melodia. Op Oloop è uno "Statistico" finlandese che vive a Buenos Aires: uomo metodico, puntiglioso fino al parossismo, amante della routine e dei numeri, del calcolo, tanto che imposta tutta la sua esistenza su una serie di regole, liste, discipline ferree e precisissime. Applica questa logica a ogni ambito: il lavoro, la vita sociale, l'amicizia, l'amore. Difatti, dopo una buona metà del libro, apprendiamo che persino con le donne adotta una sorta di «stravagante diario di viaggio, l'unica cosa bella che ho fatto durante la mia carriera» come dirà lui stesso: una lista delle 999 donne con cui ha fatto l'amore, catalogate per caratteristiche fisiche, caratteriali, per stili sessuali, per le sensazioni che gli hanno lasciato. 
A chi: il flusso frenetico di coscienza di Op Oloop rapirà il lettore facendogli dimenticare persino dove si trova. 


Fanny Hill di John Cleland (Feltrinelli) 
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Perchè: romanzo erotico must per gli amanti del genere. Considerato il periodo storico in cui fu scritto, capiamo anche perché destò scandalo: nonostante oggi ci sembrino bizzarre certe allegorie o giri di parole fioriti e leziosi per evitare di usare parole esplicite, per l'epoca il racconto in prima persona di un prostituta dovette davvero indignare parecchia gente. E questo anche per un altro motivo che va al di là del semplice soggetto: è vero che il linguaggio usa metafore, similitudine, allegorie e accostamenti con gli elementi della natura, ma Fanny non disdegna di raccontare ogni sua esperienza, dalle più romantiche, come quella con suo grandissimo amore Charles, a quelle più strambe, che includono rapporti omosessuali (per il 1748 deve essere stata una bella scommessa), spanking, bdsm, orge, threesome, rapporti saffici, e chi più ne ha più ne metta.
A chi: per i lettori che esorcizzano le festività natalizie pensando a ben altre attività ricreative.


Paradiso di Michele Masneri (Adelphi)
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Perché: Una corte dei miracoli sul litorale laziale, poco fuori Roma, e un ragazzo che vi si ritrova in mezzo. Federico Desideri, giornalista senza talento e poche ambizioni, perlopiù bravissimo a lasciarsi trasportare dagli eventi e a non imporre mai il suo punto di vista, deve fare un'intervista a un famoso regista che tanto pare Sorrentino. Un Sorrentino antipatico però, per così dire, snob. Lo insegue su richiesta del suo responsabile, un romano imborghesito che fa finta di essere milanese, fino al Paradiso, una specie di oasi dall'atmosfera quasi californiana, ma di quella California rotten, rovinata, in decadenza. Estremamente "estiva" come lettura.
A chi: perfetto per chi sogna il mare a dicembre


Debora Lambruschini consiglia 
Intermezzo di Sally Rooney (Einaudi)
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Perché: è il romanzo dell'anno, la prova più matura finora di Sally Rooney e il libro ideale dietro cui nascondersi per sfuggire al caos del parentado riunito per le feste. Dalla famiglia in effetti non si scappa e il romanzo di Rooney si addentra proprio tra le pieghe dei rapporti famigliari e delle relazioni, con onesta lucidità e una narrazione magistrale. 
A chi: a chi si lamenta dei guai con i propri parenti, per trovare forse un po' di consolazione; a chi cerca un buon argomento di conversazione durante le cene festive, probabilmente meno pericoloso del dittico politica-religione, il romanzo di cui tutti parlano in questi mesi. 


Giulia consiglia
Come uccidere la tua famiglia di Bella Mackie (Harper Collins)
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Perché: in questa storia di vendetta in salsa Millennial c'è un po' di tutto. C'è una protagonista irriverente, geniale e piena di onesta autocritica; c'è l'elemento crime e investigativo; c'è la riflessione sulla società e il potere senza confini che il denaro può offrire. Non aspettatevi che Grace sia una lacrimevole orfana desiderosa di vendicarsi per un alto motivo morale: da cinica e disillusa ragazza dei nostri tempi, quello a cui mira è solo il malloppo di famiglia.
A chi: a chi non ne può già più della forzata allegria delle feste. Senza bisogno di arrivare all'estremo rimedio del titolo del romanzo, Come uccidere la tua famiglia metterà nella giusta prospettiva la noiosa tiritera delle domande al pranzo di Natale.


Gloria consiglia
Chiudo la porta e urlo di Paolo Nori (Mondadori)
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Perché: volendo scherzare un po', diciamocelo: almeno una volta abbiamo pensato tutti di fuggire da un pranzo in famiglia, chiudere la porta e urlare. Bene, facciamolo in compagnia di un libro ibrido, tra romanzo, autofiction, riflessione metapoetica: la scrittura di Paolo Nori lavora per frammenti che ci danno un'impressione di parlato, come se facessimo una chiacchierata – una chiacchierata molto divertente e intelligente, si intende – con l'autore e, indirettamente, anche con Raffaello Baldini, poeta di Sant'Arcangelo che sa raccontare con una solo apparente semplicità la vita, la morte, gli affetti, lo scorrere del tempo,... 
A chi: questo libro sarà apprezzato da tutti coloro che amano la scrittura di Nori, ma anche da chi vuole scoprire un nuovo poeta in modo insolito, avvicinandosi ai suoi versi grazie alle parole di un lettore d'eccezione come Nori. 


Il Natale di Poirot di Agatha Christie (Mondadori)
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Perché: se siete in cerca di un Natale alternativo e da Grinch, sappiate che Poirot per primo si è sottratto alle feste, appena ha scoperto durante la sua vacanza in Inghilterra che un ricco e anziano imprenditore è stato ritrovato morto in una stanza della sua villa di campagna. Oltre a essere ben poco amato, come accade a tanti egoisti magnati che tagliano fuori dalla propria vita gli affetti, è importante sapere che l'uomo aveva convocato tutta la sua famiglia per parlare di... testamento! Un caso, dunque, la sua morte? E come è stato ucciso, se la porta della stanza era chiusa? 
A chi: i lettori dei gialli della camera chiusa si troveranno estremamente a proprio agio, fuggiranno dagli addobbi di Natale e in poche pagine si troveranno già immersi in tutt'altro tempo e luogo. Questo il potere di una grande autrice come Agatha Christie, ma anche il fascino di una narrazione intrigante che richiede di risolvere un delitto che è un vero e proprio rompicapo. 


Marianna consiglia 
6025 volte me. Romanzo in bicicletta di Luca Scacchetti (Castelvecchi)
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Perché: immaginate di poter evadere magicamente da tutto quel frastuono festivo, alzarvi dalla tavolata di famiglia dove qualche parente molesto sta scavalcando il confine delle domande ficcanaso ammissibili per poter viaggiare con un libro da Roma a Capo Nord. Non basta, immaginate anche di abbandonare tutte le comodità di cui usufruite normalmente oggi spostandovi per viaggiare: niente tecnologia, niente letto comodo, niente connessione a internet, nessun dispositivo avanguardistico che ci facilita la vita. Siete solo voi, un libro e una bicicletta.
A chi: a chi desidera evadere dalle feste, ma con una penna di qualità. In questo libro non troverete i soliti excursus storici, artistici presenti molto spesso nei libri che parlano di viaggi: 6025 volte me parla del viaggio materiale nudo e crudo con tutte le difficoltà e le impressioni dello scrittore sui luoghi che visita, i loro cieli, sulle persone che incontra.


Sabrina consiglia 
Il grande Nord di Malachy Tallack (Iperborea)
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Perché: perché regala la possibilità di fare un viaggio in un mondo lontano, quello che corre lungo il sessantesimo parallelo: Groenlandia, Canada, Alaska, Isole Shetland. Nomi che mettono brividi, non solo di freddo, ma di sogno, di mito, di immaginazione. Si tratta infatti di terre più immaginate che viste davvero e fanno parte di quella mitologia geografica, narrativa e concettuale che da sempre ispira parte dell'umanità.
A chi: a chi non vede l'ora che passino le feste e vorrebbe essere da tutt'altra parte del mappamondo anziché seduto a una tavolata a giocare a tombola. Un viaggio nelle terre estreme dell'Ultima Thule per scappare lontano, ma, allo stesso tempo, rimanere nei luoghi magici della neve.


Samantha consiglia
Malempin di Georges Simenon (Adelphi)
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Perché: i legami familiari sono quelli che ci definiscono, nel bene e nel male. Durante le feste ce ne accorgiamo, oscillando in una sorta di malinconia, che ci porta a vivere sentimenti che vanno dal "sentimentale" al "drammatico"; spesso col pensiero torniamo alla nostra infanzia, a quando tutto ci appariva magico e come ovattato. Per il protagonista di questo romanzo l'occasione per riflettere sulla sua famiglia arriva in una maniera drammatica, in seguito alla malattia del figlio e diventa subito ricerca di qualcosa che ha volutamente rimosso, qualcosa di doloroso, come sanno – ahimè – essere, a volte, molte occasioni di riunione a cui vorremmo sottrarci.
A chi: a coloro che vogliono riscoprire un romanzo intimo e suggestivo del grande autore belga, naturalizzato francese, e sanno che Simenon va oltre Maigret. A chi sacrifica tutto per amore ma spesso sente che non è abbastanza, a chi vorrebbe finalmente rilassarsi ma deve fare i conti con la vita, che è crudele e spesso non ci riserva giorni dorati o di vacanza, ma grandi riflessioni su ciò che è stato e che vorremmo non fosse più.