di Isabella Pedicini
Fazi, ottobre 2024
pp. 192
€ 15 (cartaceo)
€ 7,99 (ebook)
Vi è mai capitato di contare i giorni che mancano a Natale registrando, con crescente insofferenza, che ne mancano sempre di meno? Ecco, Agata, la protagonista di Maledette feste, è proprio così: ogni anno deve venire a patti con i suoi cari per decidere se trascorrerà le Feste in Irpinia o in Francia nella famiglia del consorte. Poi si chiudono i bagagli, si lascia Napoli e ci si prepara (anche psicologicamente) a cene interminabili, ad abbracci a ripetizione e a discorsi non sempre graditi con parenti che non si vedono da tantissimo tempo, portando con sé, sia chiaro, caterve di regali. Pare una catena impossibile da spezzare, complice una "routine natalizia" che agli occhi dei parenti più anziani è sentita come necessaria e immutabile.
Ecco, se fin qui vi rivedete un po' in Agata, sappiate che quello che accadrà è del tutto imprevedibile: sua mamma, Eugenia, scivola dalle scale e batte la testa; un bello spavento e una bella agnosia selettiva... che le fa cancellare il Natale! Non ricorda nulla della festività: né sa cosa sia, né riconosce i significati simbolici dietro addobbi, presepe o albero; non ricorda neanche i festeggiamenti degli anni precedenti.
Da questa trovata narrativamente efficace, Isabella Pedicini prepara per la sua protagonista una caterva di prove da superare, che la allontanano dalla speranza - già utopia, in realtà - di potersi finalmente riposare un po'. Per Agata i giorni con i suoi famigliari saranno un'occasione per fare i conti con il suo lato "Grinch", ma anche per sfidare i propri limiti - reali o presunti -, cercando di placare da un lato i parenti onnipresenti (e piuttosto giudicanti, diciamocelo), dall'altra organizzando una festa che sia comunque degna di essere ricordata.
Pedicini prepara poi un'ulteriore trovata narrativa, che intervalla alle tante chiacchiere e agli accadimenti più quotidiani un po' di curiosità: il padre di Agata è un'enciclopedia vivente in merito alla festa del Natale, su cui continua a documentarsi, e, con la finalità di aiutare la consorte a ricordare, sciorina leggende e tradizioni, rivela cosa si cela dietro un simbolo o un'allegoria, permettendo anche a noi lettori di acquisire un po' di aneddoti da rigiocarci in prima persona durante le prossime Feste natalizie.
Il passo da commedia, assolutamente piacevole e senza impegno, stempera sia il rischio di trasformare l'incidente domestico in dramma sia l'obiettivo di parlare del Natale in modo didascalico. Eppure con Maledette Feste si impara, eccome, e si sorride pure! Il tutto, mentre le certezze di Agata scricchiolano e il resto della sua famiglia pasteggia e brinda, all'insaputa del segreto di mamma Eugenia.
Se in più punti temiamo che la protagonista stia per esplodere e maledire davvero le Feste, dall'altro lato il romanzo si conferma una commedia che lascia prevalere la levità sul dramma familiare: e così si leggono gli imprevisti, le trovate e i guai di Agata e dei suoi affetti con divertimento, cogliendo l'ironia della situazione e i paradossi degli usi e dei costumi di una famiglia in cui, volenti o nolenti, ci ritroveremo un po' anche noi.
GMGhioni