Il vampiro che ride
di Suehiro Maruo
Coconino Press, 2024
Traduzione di Midori Yamane
pp. 520
€ 24,00 (cartaceo)
Nella primavera 2020 ero in Spagna per un soggiorno di dottorato che sarebbe dovuto durare circa sei mesi. Ne durò otto, e servì a ben poco, dato l’imprevisto della pandemia di Covid-19 che colse alla sprovvista me e l’università di Granada, che chiuse poco dopo il mio arrivo in città. Ma uno dei grandi meriti della pandemia è stato quello di farmi scoprire l'ero-guro.
L'ero-guro (abbreviazione di "erotico grottesco nonsenso", o ero guro nansensu) è un genere artistico e culturale giapponese che combina elementi erotici, grotteschi e spesso surreali o macabri. Nato negli anni '20 e '30 del XX secolo, durante il periodo Taisho e gli inizi dello Showa, l'ero-guro si concentra su elementi narrativi legati alla decadenza, alla distorsione della sessualità e alla bellezza nell'orrore, con un gusto per il provocatorio e il tabù.Avvenne per caso, se non ricordo male stavo leggendo Uzumaki, capolavoro del manga horror del maestro Junji Ito, di recente adattato in un lungamente atteso eppure magistralmente realizzato anime in quattro episodi per Adult Swim. Cercando artisti affini a Junji Ito, mi imbattei nelle sublimi tavole a colori de Il bruco di Suehiro Maruo, un adattamento a fumetti del racconto di Edogawa Ranpo, maestro del romanzo grottesco giapponese.
Dopo un’accurata indagine su Google, decisi di comprare in massa qualsiasi opera cartacea esistente del maestro Maruo, riducendomi quasi sul lastrico eppure perdendomi nei suoi lussureggianti labirinti di orrore, perversione, bellezza rovinata, morbosità, disperazione, crudeltà e rancore. Com’è possibile, mi chiedevo, che il mondo non elogi quest’uomo come uno dei più grandi artisti dei nostri tempi? Com’è possibile che la bellezza dei suoi disegni sia un lusso per pochi? Opere come l’epopea freak-show in quattro parti Tomino la Dannata, la fantasticheria infantile della ragazzina dal vestito giallo, Midori? Le assurdità malate dei racconti de L’inferno nelle bottiglie? E in ultimo, com’è possibile che Il vampiro che ride non sia annoverato tra i grandi capolavori del fumetto, come Maus di Spiegelman e From Hell di Alan Moore?Oggi, Coconino Press, che da anni detiene i diritti in Italia delle opere di Suehiro Maruo, sta portando avanti un magistrale lavoro editoriale sulle opere del maestro dell’ero-euro giapponese. Se, fino a qualche anno fa, era praticamente impossibile riuscire a trovare l’edizione italiana in due volumi del Vampiro che ride, da novembre è finalmente possibile recuperare questo gioiello perverso in un unico volume brossurato, e addentrarsi nei labirinti più corrotti dell’anima della società giapponese, che dietro a una facciata di perbenismo ed etichetta cela un sostrato oscuro, dove nessuna creatura vivente viene risparmiata dalla furia implacabile del male e del desiderio di prevaricazione del predatore sulla preda.
Il vampiro che ride intreccia il mito del vampiro con il recente trauma dell’ecatombe della guerra del Giappone di Hiroshima, scenario sul quale presumibilmente si apre la storia. Ci vengono mostrati corpi carbonizzati e funghi atomici, senza nominare i fatti storici capiamo subito di cosa si tratta. E Maruo ci mostra infatti l’irredenta e malvagia demiurga delle azioni che coinvolgeranno i personaggi protagonisti. La cosiddetta Donna Cammello, che viene sorpresa a trafugare i cadaveri della deflagrazione atomica del 1945, e per questo impiccata a un albero dalla folla che la lincia. Ne rinasce non-morta, superando il confine dell’aldilà, e ritorna nel mondo dei vivi dotata di una sete implacabile di sangue umano. Da qui la narrazione compie un balzo e fa seguito la storia di Konosuke Mori, un giovane studente che dopo aver incontrato la Donna Cammello ed essere stato adescato da quest’ultima, viene trasformato in vampiro, e deve fare i conti con l’istinto omicida che prende il sopravvento in lui. Successivamente, Konosuke coinvolge Luna Miyawaki, una studentessa che Konosuke incontra nel bagno di scuola durante la sua metamorfosi in vampiro. Luna è vittima di abusi, e Konosuke, che brama una compagna per le sue incursioni omicide notturne a caccia di sangue fresco, le offre il dono dell’immortalità. Insieme così, i due giovani vampiri diventano amanti e carnefici, osservando e interagendo con una società decadente caratterizzata da perversioni sessuali, alienazione e indifferenza. Nel Vampiro che ride, Maruo tratteggia un Giappone sporco e tetro, in cui gli adulti abusano del loro potere, dove i giovani degenerano, si prostituiscono, si concedono le più distorte perversioni e utilizzano ogni mezzo possibile per dare sfogo ai loro bassi istinti, dove chiunque non riesca a comprendere o opporsi a tutto ciò è condannato a cambiare oppure a impazzire, o a morire ammazzato senza pietà. Qual è quindi il vero orrore, viene da interrogarsi? Il giovane vampiro che uccide per nutrirsi o la strisciante malattia nascosta nella società, che corrompe lentamente senza essere notata?
Seguendo gli eventi narrati nel primo volume, Inferno, nella seconda sezione del volume, dal titolo Paradiso, Luna e Konosuke vivono come amanti insieme alla vecchia Donna Cammello, in una diabolica innocenza. Uccidono per placare la loro sete di sangue, unendo morte e amore sotto il sogno dell’eterna giovinezza postmortem. Nel frattempo, un giovane ragazzo di nome Makoto è alla ricerca della sorella perduta, Miko, scomparsa anni prima in circostanze misteriose. Ma cosa è realmente accaduto a quella ragazza che amava mangiare insetti e sognava di diventare uno di loro? Qualcuno sta forse nascondendo un terribile segreto?
I percorsi di tutti i personaggi si intrecceranno nella seconda parte drammaticamente, portando a conseguenze inaspettate man mano che la verità viene gradualmente rivelata. Una storia sospesa tra stranezza e decadenza, che mostra una chiara nostalgia per l’espressionismo tedesco del Nosferatu di Murnau e delle farneticazioni pagane del Satyricon di Federico Fellini. In Il vampiro che ride, il sangue viene usato per tracciare una grande storia solo apparentemente amorale.
Maruo utilizza l'orrore senza risparmiare il lettore dall’esplorazione di temi come la delinquenza minorile, la prostituzione studentesca (enjokosai) e la disconnessione tra genitori e figli. Il suo stile artistico combina l’estetica raffinata che ha reso i suoi disegni degli affreschi surrealisti struggenti con immagini disturbanti, corpi mutilati, corrotti, deformi, erotici, creando un contrasto che amplifica l’impatto con l’immagine nel suo insieme. Le tavole di Maruo presentano dettagli meticolosi e un uso evocativo tanto dei colori saturati e acidi, del magenta del cielo presagio di morte quanto del bianco e nero pulito, asettico e immediato nella nudità dei corpi contaminati dal peccato, degli sguardi tristi e languidi delle bambine protagoniste dei suoi giochi assurdi di morte e malattia, e lo fa richiamando l'arte espressionista e il cinema degli anni '40 e ’50, sue grandi fonti di ispirazione dagli albori del suo approccio al mondo del fumetto.
Il vampiro che ride è un'epopea horror a fumetti eterna, ambiziosa, intensa e provocatoria, che offre una visione oscura della società giapponese attraverso la lente del sovrannaturale e delle azioni mortali di due adolescenti innamorati, onnipotenti e senza pietà in un mondo dove avere pietà significa soccombere.
Matteo Cardillo
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