Gli occhi neri e duri di Katie mandarono un bagliore. Le sclere diventarono lattiginose, striate di grigio, e Philo si ritrasse, spaventata. Katie voltò la testa, e quando rispose parlò in tono basso e distante, con una voce che non era la sua. «Vedo un mucchio di ghiaia e una tomba». (p. 84)
Philomela Drax vive in miseria con la madre nella cittadina di New Egypt, New Jersey. Il nonno manda loro una richiesta d'aiuto perché la sua fattoria è stata occupata da Hannah, vedova del figlio, ora risposata con un uomo poco raccomandabile e si è portata dietro la figlia di lui, Katie, al seguito: una bella brunetta, ma con qualcosa di diabolico nei modi e nello sguardo. Questo primo contatto tra le due ragazze darà il via a una serie di omicidi ed eventi soprannaturali tra le strade di New York. Da un lato, Philo cercherà vendetta per il nonno e il furto della sua eredità; dall'altro, Katie avrà solo in mente ciò che più la appaga e la rende felice: efferati bagni di sangue, meglio se accompagnati da un bel gruzzolo di denaro.
Ormai, il nome di Michael McDowell è entrato nelle librerie di chi è appassionato di horror, weird e fantasy. Il successo della saga di Blackwater ha aperto la strada per le ripubblicazioni dei suoi romanzi. Se a gennaio 2024 Neri Pozza ci ha trascinato nella faida familiare raccontata negli Aghi d'oro, un anno dopo ci riporta nella Gilded Age con due figure femminili che si fanno portavoce e manifesto della società americana in costruzione. Katie, che vanta sempre la splendida veste grafica di Pedro Oyarbide ormai marchio distintivo delle edizioni italiane di McDowell, ha una trama meno strutturata rispetto agli Aghi d'oro. Non troviamo le complesse e vendicative macchinazioni del clan Shanks verso i repubblicani Stallworth e alcune svolte narrative risentono di un accenno di deus ex machina. Ma in Katie abbiamo il fronteggiarsi di due ragazze che, lungi dall'incarnare, almeno non in senso stretto, la dicotomia della raffigurazione femminile in letteratura – la santa e la peccatrice – sono l'incarnazione dei due aspetti della Gilded Age e, in generale, del concetto alla base della società americana.
Per capirle meglio, è necessario fare un breve ripasso su cosa sia stata la Gilded Age. Il termine viene da un romanzo di Mark Twain e di Charles Dudley Warner The Gilded Age, appunto, uscito nel 1873 e che racconta la corruzione post guerra civile. Quest'epoca, che va all'incirca dal 1870 fino all'inizio del Ventesimo secolo, quindi coincidente con la seconda età vittoriana in Europa, si connota per la nascita di famiglie, imperi e ricchezze che basano la loro crescita su, ovviamente, spirito imprenditoriale, ma anche su una certa noncuranza di etica, leggi o morali. Il periodo è anche affrontato dalla serie omonima, ideata da Julian Fellowes, il creatore di Downton Abbey. Il sottile strato d'oro e ricchezza che gli Stati Uniti si stavano costruendo racchiudeva un cuore di miseria, corruzione e violenza. Ed è qui che Philo a Katie arrivano a rappresentare le due anime del periodo storico.
Philo è capace e paziente, onesta, di supporto alla madre, una sarta che ha contratto un matrimonio che le è costato l'affetto della famiglia di origine, e risponde con grande dignità alle prese in giro che Jewel, sua coetanea ma di famiglia benestante, non lesina a ogni loro incontro. Corre in aiuto del nonno non appena arriva la richiesta e sopporta a testa alta le accuse infondate che Katie riesce a farle cadere addosso e, persino nei momenti di maggiore difficoltà a New York, non scende mai sotto i suoi principi morali. Anche quando la miseria la spingerebbe a vendere la sua virtù, lei resiste. Philo è il prototipo dell'American Dream che prevede che chiunque possa elevarsi dalla propria condizione, a patto di impegnarsi e, perché no, di avere la fortuna dalla propria.
Katie, sin da bambina, non vede la differenza tra giusto e sbagliato, ma solo tra il suo piacere personale e gli ostacoli che potrebbero frapporsi tra lei e l'obiettivo. Non esita ad aiutare Hannah nel commercio e tortura di barboncini – e un trigger warning sul maltrattamento di animali nelle prime pagine mi sento di aggiungerlo –; fa i capricci se non può uccidere le persone a martellate, il suo metodo preferito; vuole ottenere quanto più denaro possibile per soddisfare la sua passione per il teatro.
Eppure, queste due figure così lontane si contaminano a vicenda.
Philo era una giovane di forti sentimenti, seppur in genere contraddittori e complessi. Per quanto amasse sua madre, ne aveva spesso disprezzato la fragilità emotiva; per quanto si sentisse superiore alla meschinità di Jewel Varley, ne invidiava l'abbondanza di opportunità e il guardaroba; per quanto avesse rispettato suo nonno, aveva anche sperato di ereditarne il patrimonio. (p. 108)
Philo, in cuor suo, disprezza la madre per la sua emotività e fragilità e si sente schiacciata dal dover essere il centro razionale ed equilibrato del piccolo nucleo familiare. Dentro di sé cova il desiderio di sedersi sotto il palco dell'impiccagione che spera sia il destino di Katie e non manca di pensare che vorrebbe essere lei la vera artefice della morte della ragazza e di tutta la sua famiglia.
Katie possiede reali poteri medianici. Nulla le dà più soddisfazione che guadagnare intrattenendo le annoiate signore newyorkesi che vogliono sapere se e quando l'amore della loro vita busserà alla porta. La sua famiglia la supporta nella sua attività, la incoraggia, ascoltano gli uni i consigli degli altri generando un effetto di puro black humor quando fanno le prove con varie vittime per capire se sia meglio ucciderle a martellate oppure con un sacco riempito di sabbia.
La contaminazione tra le due ragazze, che si infiltra sottile nel carattere l'una dell'altra, è quanto di più spaventoso Philo possa immaginare e quanto invece di più auspicabile Katie possa desiderare. Infatti, l'offesa più grande per Philo è anche la più naturale dichiarazione di Katie: quello di essere cugine. Se Philo rifiuta con orrore questo accostamento, Katie non fa che ribadirlo.
Guscio e ripieno della Gilded Age: ecco ciò che Philo e Katie sono. Il merito e la moralità di Philo e lo spirito imprenditoriale e senza scrupoli di Katie sono le fondamenta della società americana che, da un lato, respinge con forza gli aspetti meno nobili della propria storia e, dall'altro, non può fare a meno di riconoscerli con una sorta di riluttante ammirazione.
McDowell dichiara di essersi divertito da morire nello scrivere Katie e di aver creato il suo romanzo più crudele. Forse non si riferiva solo alla storia nuda e pura, ma all'aver identificato con due figure così archetipali le basi della società in cui viviamo.
Social Network