Tempesta
di Romain Gary
Neri Pozza, dicembre 2024
Traduzione di Riccardo Fedriga
€ 15 (cartaceo)
Mi sono detto, ovviamente, che doveva trattarsi di una variazione di cheeseburger o di hamburger, ma se il cheeseburger prevede l'aggiunta di formaggio alla «carne macinata», che cosa esattamente ci voglia per fare un fuckburger, non lo so. Di certo, deve essere qualcosa di particolarmente sfizioso. Entrai dunque, intrigato dal luogo, e non senza essere animato da una certa speranza. E incoraggiante, all'età di cinquantatré anni e dopo una vita piuttosto piena, imbattersi in un nuovo tipo di aspettativa o nella promessa di un'esperienza ancora sconosciuta. (p. 34)
Aspettavo con ansia questo libro: una raccolta di racconti inediti in Italia di Romain Gary è un sogno per chi ama la forma breve. Tempesta contiene sette racconti che racchiudono tutta l'ironia amara, la dolcezza e l'animalità, se vogliano, di una penna eccezionale.
Romain Gary, pseudonimo di Roman Kacev, eroe di guerra e famoso (oltre al resto) per quel romanzo che Sartre definì "il miglior testo sulla Resistenza", ovvero Educazione europea, è stato molto amato anche per Gli aquiloni ed è passato da mito a leggenda quando vinse due volte il Premio Goncourt (la seconda, utilizzando un altro nome) e decise di suicidarsi con un colpo di pistola alla testa, seguendo la sua seconda moglie - suicida anch'essa - Jean Seberg, icona della Nouvelle Vague, celebre per aver interpretato Cécile in Buongiorno tristezza di Preminger.
Si allontanò fischiettando, fischiava sempre quando era triste o turbato, e quando la malinconia e qualcos'altro che somigliava abbastanza a una domanda che non riusciva né a formulare con chiarezza né a scacciare dalla sua mente e dalla sua anima gli sorgevano troppo insistenti, a forza di essere vaghe e dolorose, Billy prendeva la chitarra e cantava. Per questo tutti lo chiamavano "l'uomo felice" e la cosa lo faceva ridere. (p. 150)
Dicevo, dunque, sette racconti, comparsi nel corso di svariate decadi su riviste, accomunati da un tono elegante ma sfrontato, dolce e amaro, divertente ma profondamente infelice, come lo sono anche i personaggi di Gary: una donna bellissima e suo marito, il medico Partolle, affogati e boccheggianti nell'aria soffocante di un'isola tropicale, aspettano qualcosa. Il clima di attesa è anch'esso soffocante. La sorpresa si manifesta in forma di uomo sconosciuto, che intratterrà con la donna una velocissima ma intensa relazione erotica; poi leggiamo di un campione, nuotatore di fondo decaduto, Billy, che si trova ad avere a che fare con miliardari, armatori, circondato da una natura greca tutta azzurra e bianca, a caccia di pezzi d'arte da rivendere al mercato nero. Non sa che il suo talento sarà richiesto per qualcosa di pericoloso, a cui tuttavia non dirà di no.
Comune a molti racconti della raccolta il tema della guerra e della nostalgia della guerra stessa: così nel racconto Dieci anni dopo ovvero la storia più antica del mondo e Geografia umana; il mio racconto preferito però resta All'ultimo respiro: l'alter ego dell'autore, un uomo distinto, che ha combattuto e che forse è stanco della vita, si ritrova in un fast food americano; ordina un fuckburger (che non si sa cos'è) mentre una giovane squillo tenta di sedurlo. Chiederà aiuto a un'amica, conosciuta anche lei in guerra, che ormai si è reinventata maitress, e le chiede un sicario. Ha bisogno di uccidere un uomo. Quell'uomo è lui stesso.
Data la situazione razziale in America, e tenendo conto dell'estrema suscettibilità degli afroamericani che si impegnano - con successo - a reinserirsi [...], non osai, per quanto sciocco possa sembrare, ordinare un fuckburger a un nero. Una ragazza era seduta su una specie di sgabello-totem e mi squadrava come non ero mai stato squadrato prima. Le ginocchia divaricate, indossava una minigonna e niente sotto. Mi sforzai di distogliere lo sguardo, diciamo così. Che chioma rossa, ragazzi. (p. 36)
Ciò che c'è di straordinario nei racconti di Gary è la facilità con cui le sue storie entrano sotto pelle: ci si ritrova a pensarci in continuazione dopo aver letto, a soffrire coi suoi personaggi, a sperare insieme a loro, quasi come fossero degli amici, delle persone che possiamo incontrare nella realtà. Il suo stile, che sembra così familiare eppure palesa dei picchi geniali a ogni paragrafo - sotto forma di aforismi, lezioni di vita, battute caustiche, nostalgie - credo sia il suo pregio maggiore. Non si smetterebbe mai di leggere Gary. Seppur romanziere di successo, io oso dire che la forma breve di questi racconti sia il modo più riuscito ed efficace dell'autore per lasciar passare il messaggio: l'eccesso, l'avventura, la sregolatezza, il lirismo di una vita extra-ordinaria che ha saputo raccontare in forma scritta.