di J.R.R. Tolkien
Bompiani editore, gennaio 2025
€ 35,00 (cartaceo)
€ 22,99 (ebook)
La caduta di Númenor è un libro potente, affascinante e curioso, soprattutto per chi non conosce tutta la storia degli scritti di Tolkien. E tuttavia non può non affascinare appassionati ed esperti lettori del mondo tolkeniano, perché racchiude una gran parte degli scritti postumi di Tolkien sulla Seconda Era della Terra di Mezzo. Si tratta in sostanza di scritti che riguardano il periodo antecedente al libro Il Signore degli Anelli, il capolavoro di Tolkien.
Ma attenzione, non si tratta di un romanzo con una trama sviluppata in modo completo, ma di una raccolta ragionata di appunti e scritti che Tolkien ha prodotto nell'arco della sua carriera di romanziere, soprattutto quando stava scrivendo Il Signore degli Anelli. È una raccolta quindi di frammenti che raccontano, descrivono e arricchiscono, la storia della Seconda Era della Terra di Mezzo, in cui si narra l'ascesa di Sauron, la forgiatura degli anelli del potere, l'ultima alleanza tra Uomini ed Elfi per sconfiggere il Signore oscuro.
Questi eventi sono già presenti in altri libri come Il Simarillon curato dal figlio di Tolkien, Christopher, il quale ha dato un contributo fondamentale alla riscoperta degli scritti del padre dopo la morte avvenuta nel 1973. E infatti La caduta di Númenor non vuole soppiantare i precedenti, ma integrarsi con il racconto ad esempio de Il Simarillon, aggiungendo dettagli e dandoci l'idea di quali fossero i fondamenti degli altri libri di Tolkien.
È come entrare nel suo studio e avere il privilegio di osservare le sue carte, gli appunti sparsi, i taccuini dove annotava le idee. Questi contenuti quindi sono già stati analizzati e riportati con contributi editoriali di Christopher Tolkien in altri testi, e non ci troviamo difronte a qualcosa di inedito ma ad una rappresentazione senza contributi editoriali degli eventi che hanno caratterizzato la Seconda Era. La narrazione descrive la nascita e lo sviluppo di Númenor e dei numeroniani:
L'aumento della durata della vita dei Numenoreani fu ottenuto assimilando il loro modo di vivere a quello degli Eldar, fino ad un certo punto. Questi però furono espressamente avvertiti che non erano divenuti Eldar, ma rimasti "Uomini mortali" e che era stato loro concesso un allungamento del periodo di vigore mentale e fisico. Pertanto (come gli Eldar) questi "crebbero" all'incirca allo stesso ritmo degli Uomini comuni: la gestazione, l'infanzia, l'adolescenza, la pubertà e la "piena crescita" procedettero più o meno come in passato; ma una volta raggiunta la piena crescita, invecchiavano o si "consumavano" molto adagio... (p. 58)
Leggendo il libro si ha comunque l'impressione di avere un racconto organico con un suo sviluppo temporale che ci permette di comprendere i foschi e tumultuosi eventi della Seconda Era e di conoscere lo sviluppo del potere di Sauron. Il Signore degli Anelli si conclude con la distruzione dell'Anello del potere ma per Tolkien il suo capolavoro era solo una parte dell'immensa e variegata storia che stava concependo. Il risultato infatti è un "romanzo" immenso che ha varie parti, fra cui Lo Hobbit, Il Signore degli Anelli, I racconti perduti e I racconti ritrovati. In questa raccolta quindi ciò che troviamo è proprio il grande e articolato lavoro che solo la morte ha impedito a Tolkien di terminare e che forse non gli sarebbero bastate cento vite per concludere come voleva, visto l'incredibile ramificazione narrativa che rappresentano. Elui stesso scrisse al figlio che il romanzo cresceva e sembrava non terminare mai. Tornando agli scritti qui raccolti, quello che mi ha impressionato è la varietà di storie che potenzialmente si possono aprire nei racconti antecedenti alle opere pubblicate in vita.
Sauron non aveva mai raggiunto quel livello di follia nichilista. Non si opponeva all'esistenza del mondo, purché potesse farne ciò che voleva. Aveva ancora i rimasugli dei propositi positivi che derivavano dalla bontà della natura da cui proveniva: era stata sua virtù (e quindi anche causa della sua caduta, e della sua ricaduta) amare ordine e accordo, e detestare confusione e attriti inutili (p. 74)
Questi sono solo brevi assaggi di ciò che contiene il libro. E d'altra parte il lavoro del curatore Brian Sibley è stato fondamentale per ricucire insieme queste parti. Tuttavia, il grande merito di avrà regalato le vicende della Terra di Mezzo nella Seconda Era vanno al figlio di Tolkien che con una dedizione straordinaria e fino alla sua morte ha continuato a lavorare sulle carte del padre.
Fulvio Caporale
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