di Carolina Capria
HarperCollins, gennaio 2025
€ 18 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
Se qualcuno mi chiedesse la cosa di cui sono più grata
del mio percorso di studi universitario, l’insegnamento più prezioso di cinque lunghi anni, non avrei dubbi. Sarebbe non tanto un concetto, ma una sensazione: lo spaesamento
di quando, pensando che nelle aule universitarie avrei approfondito gli autori che
avevo amato durante il liceo (e il maschile non è sovraesteso, è letterale), ho
capito che le mie professoresse di letteratura inglese avrebbero fatto ben altro.
Avrebbero lavorato con noi per decostruire il concetto di canone, proponendomi
autrici e chiavi di lettura che, abbandonata ogni pretesa di universalismo, ripartivano
da noi stesse e dalle nostre idee per costruire canoni diversi, più ampi, ariosi
e liberi. Via i programmi ministeriali; e dentro nuove voci, nuove possibilità,
nuove maestre.
Questo attacco personale è necessario perché il
libro stesso di cui parliamo, Maestre di Carolina Capria, parte dalla
passione personale dell’autrice nei confronti di cinque scrittrici da lei
scoperte e amate in gioventù – Jane Austen, Charlotte Bronte, Toni Morrison, Margaret
Mitchell e Goliarda Sapienza. Scrittrici che non solo hanno prodotto opere che
appartengono di diritto ai capolavori della letteratura mondiale, ma che possono
a pieno titolo ricevere l’appellativo di “maestre” – non tanto di scrittura,
anche se sicuramente la carriera da scrittrice di Carolina Capria è stata
plasmata dalla sua anche più lunga carriera di lettrice, ma anche e soprattutto
di vita; di resistenza nei confronti dell’oppressione, di genere, ovviamente,
ma anche di classe e di razza.
Intrecciando i suoi lunghi studi alla sua
esperienza personale, Capria crea una sorta di diario di lettura che riesce
magistralmente a unire un’affilata critica dei testi che propone alla sua prospettiva
situata, sulla scorta degli insegnamenti più importanti della critica
letteraria femminista degli ultimi vent’anni. Persuasione, Jane Eyre,
Amatissima, Via col Vento e L’arte della gioia diventano in queste
pagine dei libri che scoppiano di vita, capaci di influenzare profondamente le giovani ragazze (e non solo) che li leggono, mescolando il mondo in
cui viviamo alla letteratura – o meglio, rivelando mondo e linguaggio letterario come
sempre e profondamente intrecciati.
Non è un caso, infatti, che proprio sulla scorta
di questo libro tantissime librerie italiane si siano coordinate per lanciare
dei club del libro incentrati proprio su questi cinque testi. Per ricordarci
più che mai che la letteratura non è una cosa da lasciare a prendere polvere
sulle nostre librerie (o nei programmi ministeriali dei nostri licei), ma una
cosa viva, di cui parlare e dibattere, e da cui imparare. E, speriamo, con cui
creare, ciascuno e ciascuna di noi, il proprio canone di maestre da cui imparare
a leggere, scrivere e vivere.
Marta Olivi
Social Network