E mentre pensavo a come l'acqua mi desse sollievo temporaneo dal bisogno di chiedermi costantemente se il posto in cui mi trovavo fosse esattamente quello in cui volevo essere, se cioè avessi attraversato le biforcazioni della mia vita nella direzione giusta, ho intuito perchè l'estate precedente mi ero lanciata in quell'impresa risibile del wild swimming urbano. Forse cercavo, immergendomi in acqua e nuotando al di sotto della superficie, di poter sbucare nei miei posti amati, quelli in cui in quell'istante fisicamente non ero, ma che continuavano ad abitarmi. (p. 163)
Nel silenzio delle acque, dove le onde accarezzano il corpo e la mente si perde tra i riflessi e le profondità, Wild Swimming di Giorgia Tolfo ci invita a immergerci in un viaggio di scoperta intima e emozionante. La protagonista è una giovane donna che sembra essere alle prese con un consapevole processo di educazione sentimentale, alla ricerca di risposte che sembrano sempre sfuggirle. Che cosa ci definisce, in fondo? Sono i luoghi che abitiamo, quelli fisici, quelli emotivi, o sono le storie che raccontiamo a noi stessi? La protagonista, come molti di noi, è sospesa tra queste due possibilità, tra il desiderio di trovare un posto a cui appartenere e la necessità di riconoscere la propria voce. È nell'acqua, nel suo abbandono e nel suo abbraccio, che troverà le risposte, ma anche le domande, quelle che accompagnano ogni passo della vita. Con una scrittura che è al contempo delicata e potente, Tolfo ci conduce in un mondo dove ogni respiro è una riflessione, ogni tuffo un atto di coraggio. E così, Wild Swimming diventa il racconto di una crescita, di una ricerca di sé che, come l’acqua, scivola lenta e costante, ma che lascia una traccia profonda nel cuore di chi si perde in essa.
In effetti, un romanzo d'esordio come questo, si sviluppa come un’immersione nella psiche dei suoi protagonisti, un tuffo nelle acque oscure e misteriose dell'animo umano. La giovane donna si trova ad affrontare una serie di sfide emotive e relazionali che la spingono a cercare rifugio nel nuoto, un atto fisico che diventa anche un percorso di purificazione, un modo per esplorare se stessa e il mondo che la circonda; profondamente segnata dalla perdita e da una serie di eventi, il nuoto diventa un atto di sfida verso le proprie paure, verso il passato e verso l’incertezza del futuro; è immersa in una realtà che sembra non appartenere più a lei, ma nel contempo è incapace di liberarsene. Attraverso l'atto del nuotare, però, inizia a confrontarsi con le sue emozioni più profonde, con i legami che ha costruito e anche con quelli che ha perso.
Il titolo stesso, Wild Swimming, suggerisce un’immersione nell'acqua selvaggia, senza regole, lontano dalle acque sicure e controllate. È un richiamo alla libertà, ma anche alla solitudine che spesso accompagna chi cerca di andare oltre i confini del quotidiano e dell'ordinario, sia fisicamente che emotivamente. L'acqua diventa una metafora potente, in cui i protagonisti nuotano tra le correnti impetuose delle loro emozioni, delle loro relazioni complicate e delle loro paure, ma anche tra le meraviglie di un mondo naturale che si fa riflesso delle loro scelte interiori.
Uno dei temi più potenti di Wild Swimming è quello dell'identità, esplorata attraverso il personaggio della protagonista, ma anche di quelli che le ruotano intorno. La ricerca di sé è una costante nel romanzo, e il nuoto – sia come attività fisica sia come esperienza simbolica – diventa un mezzo per ritrovare se stessa in un mondo che spesso sembra offrire risposte evasive. Le relazioni che lei ha con gli altri sono altrettanto fondamentali per la comprensione del suo percorso interiore. La sua storia d’amore, il rapporto con la madre e con gli amici sono tutte dinamiche che Tolfo esplora con un’attenzione particolare alla psicologia dei personaggi. Non c'è idealizzazione nelle sue figure, ma un'analisi profonda e senza reticenze delle difficoltà che sorgono quando le persone cercano di relazionarsi, con se stesse e con gli altri:
La nostalgia può essere un ostacolo quando si cerca di adattarsi a un nuovo ambiente. Eliminare a volte può essere una forma di sopravvivenza emotiva, aiuta a focalizzarsi sul presente e sul futuro, protegge dal rischio di tornare continuamente al passato. E poi aiuta a trasferirsi più agilmente. (p. 79)
In un’epoca che spesso sembra soffocata da ritmi frenetici e da una ricerca costante di gratificazione immediata, Wild Swimming invita a riflettere sulla necessità di rallentare, di immergersi nel profondo, di affrontare le proprie emozioni senza scappare. È un romanzo sulla crescita, ma anche sul coraggio di riconoscere i propri limiti, le proprie ferite, e la forza che può scaturire dal momento in cui si impara ad accettare la propria vulnerabilità. Ciò che davvero rende Wild Swimming una lettura coinvolgente è l'emozione palpabile che riesce a trasmettere. La bellezza del romanzo sta nel fatto che, pur trattando temi complessi e spesso dolorosi, non si arrende mai alla disperazione. C'è una speranza sottile che emerge, una luce che brilla nell’acqua scura dei sentimenti più intensi e nascosti: cogliamo anche il valore metaforico dell'espressione wild swimming, ovvero nuotare negli abissi dell'inconscio, smarrire le coordinate spazio-temporali, saper correre il rischio di perdersi, di affondare addirittura nelle parti più oscure e inospitali di sé, per poi ritrovarsi e quindi finalmente accettarsi nella propria fragile imperfezione umana.
Il cuore pulsante del romanzo è la sensazione di "essere" – di sentirsi vivi nel momento presente, di essere in sintonia con ciò che ci circonda, nonostante le difficoltà. Giorgia Tolfo riesce a rendere tangibile l'idea che l’esperienza umana è una continua oscillazione tra il dolore e la bellezza, tra il desiderio di fuggire e la necessità di restare e affrontare la realtà. L’acqua diventa così un simbolo di purificazione, ma anche di pericolo: il nuoto diventa metafora della vita, dove ci si deve adattare alle onde, imparare a galleggiare e a fare i conti con l’ignoto. È difficile narrare una storia al presente senza parlare di una crisi, poiché la lontana del passato e l'indecifrabilità del futuro ci pongono sempre in una situazione di incertezza. La protagonista, che ha diversi tratti in comune con l'autrice del libro, ha lasciato l'Italia per vivere a Londra. Sul suolo inglese ha concluso una relazione di lunga durata perché l'amore era ormai sbiadito in abitudine e si trova a fare i conti con un forte senso di sradicamento. Ha lasciato il noto per l'ignoto, come un marinaio che abbandona la terra ferma per seguire il proprio istinto salpando verso il mare aperto; eppure sente di non essersi ritrovata. La scrittura, ricca di riflessioni metaletterarie, diventa quindi la maniera di "ritrovarsi", intendendo il verbo nel suo significato etimologico: "tornare di nuovo a sé", orientarsi, ricongiungersi, ricostruirsi.
Forse il segreto sta nel viaggio, nel provare a nuotare a stile libero, per arrivare in quei luoghi amati che continuano ad abitarci.
Serena Palmese