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Un piccolo capolavoro nella storia dei manga erotici giapponesi: amore, vendetta, gelosia e la riscrittura di un mito del folklore nipponico

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Love
di Kamimura Kazuo e Nakajima Sadao
Coconino Press, gennaio 2025

pp. 360
€ 15,90 (cartaceo)

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Kazuo Kamimura, fumettista giapponese ormai entrato nel mito e scomparso troppo presto a soli 45 anni (il suo triste destino ricorda quello del compositore Ryūichi Sakamoto) firmò nel 1973 questo volume dal titolo Love, portato in Italia per la prima volta dopo cinquant'anni in formato monografico da Coconino Press. La prima edizione del 2023 era in versione cartonata; questa seconda edizione del 2025 invece è una brossura con sovracoperta, un formato più leggero, adatto alle fumetterie e a un'utenza appassionata ai manga che subentra nel momento in cui le prime edizioni cartonate (sempre pubblicate da Coconino) dei manga di Kamimura vanno sold out.

I disegni di Kamimura si accompagnano alla sceneggiatura di Nakajima Sadao, regista giapponese molto celebre per i suoi film d'azione sui samurai e la yakuza, nei quali non mancava un tocco di erotismo (negli anni '70 si cimentò anche in film softcore). Specifico questo ultimo punto perché Love, di fatto, è un manga erotico, un seinen manga per un pubblico adulto. 

Di cosa ci parla Love? Il titolo è già abbastanza esplicativo: la protagonista, Hijiriko è una giovane donna di bell'aspetto che cerca disperatamente la sua metà. Aspirazione che affonda le sue origini da un passaggio del Simposio di Platone in cui il filosofo Aristofane (lo racconta benissimo anche Massimo Recalcati nel suo podcast La vita erotica) evoca una leggenda secondo cui, all'alba dei tempi, gli esseri viventi erano doppi, ovvero forniti di quattro gambe e braccia, entrambi gli organi genitali, quattro occhi, due bocche, due teste. Esseri insomma autosufficienti, con una forza fisica fuori dal comune, che non avevano bisogno di nulla se non di se stessi. Gli dei, spaventati da questa presunta invincibilità che minacciava il loro dominio, fecero pressioni su Zeus che, per accontentarli, scagliò il suo fulmine e divise in due parti esatte quei corpi. 
Il risultato: da quel momento in poi, le due parti anelano disperatamente di ricongiungersi, senza trovare pace in terra. Un po' il mito delle anime gemelle, se vogliamo riassumere.


Lo stesso desiderio sembra fulcro della vita di Hijiriko: la ragazza passa da un uomo all'altro, andandoci a letto senza remore, lasciandoli nel momento in cui un gabbiano vola in cielo (il segnale che le fa capire che quell'uomo non è la sua metà) fin quando non incontra Oikawa. Tutto farebbe pensare che Oikawa sia un principe azzurro, anzi IL principe azzurro, ma non è così: Oikawa è un debole, un perdente e vigliacco e non si farà scrupoli a imbrogliare, truffare e raggirare altre persone per il "presunto" bene di entrambi. Quando però verrà davvero il momento di difendere questo amore, questa passione bruciante, si tirerà indietro.

Hijiriko, da parte sua, è quel tipo di donna che concede tutta se stessa, nel bene e nel male. Consideriamo anche che il manga è stato scritto cinquant'anni fa, un tempo in cui non c'era tutta l'attenzione di oggi sui temi quali la misoginia, la violenza sulle donne, lo stupro, i rapporti d'amore tossici. Tutti temi che incontriamo in Love, e nei lavori di Kamimura in generale.

Si può dire che il mangaka abbia sublimato questi temi, portandoli al paradosso: l'amore come assoluto, come Amore con la A maiuscola, la passione dei sensi (ripreso da un altro suo manga, Folli passioni nonché dal film Ecco l'impero dei sensi di Nagisa Oshima, del 1976, ma questa è una mia supposizione), l'indissolubilità, la gelosia, l'erotismo - potremmo dire - dark, o quello che i coreani chiamano black romanticism, il mito e il folklore. Già, perché la storia di Hijiriko e Oikawa non è altro che una sorta di variazione sul tema di una leggenda del folklore nipponico, quella che parla dell'amore totalizzante e distruttivo tra Kiyohime e Anchin. I due si innamorano, consumano una passione feroce, poi lui scappa, lei lo insegue e non accettando il rifiuto, si trasforma in un enorme demone serpente e lo stritola. 

Ecco quindi che l'amore si intreccia con la furia, la vendetta, la distruzione. 
Love è un manga pieno di tristezza, di rammarico, di sofferenza, tutti sentimenti blanditi da un erotismo che non ha nulla di dolce, ma che brucia qualsiasi cosa sul suo cammino. L'amore di cui ci parla Kamimura è un amore drammatico, conturbante, profondamente giapponese. 


Non esito a definirlo un piccolo capolavoro

Deborah D'Addetta