Single con criceto
di Milena Michiko Flašar
di Milena Michiko Flašar
Feltrinelli, febbraio 2025
Traduzione di Monica Pesetti
pp. 272
€ 18,00 (cartaceo)
€ 11,99 (ebook)
Una ragazza di venticinque anni vive da sola in un appartamento tra i numerosi di un’affollata metropoli giapponese, dove sentirsi ed essere soli è una condizione fin troppo estesa. La sua esistenza è tranquilla, lavora come cameriera in un famiresu (family restaurant, un ristorante in stile diner americano) e l’unica compagnia stabile con cui condivide la sua quotidianità è il criceto Punsuke. Nel minuscolo alloggio dove abita la frugalità domina: il mobilio scarseggia, la mensola adibita ai libri è occupata da un volume delle opere di Shakespeare, da un manuale di orientamento universitario e da riviste di lifestyle, e la presenza di un unico futon diventa simbolo della solitudine della ragazza. Neanche a dirlo, i genitori sono preoccupati ma distanti, non approvano la scelta lavorativa della figlia ma evitano di opprimerla.
La protagonista Takada racconta in prima persona la sua esistenza priva di tumulti, quasi condotta per inerzia, rallegrata e stimolata – e pare anche portata avanti – dalla responsabilità di nutrire e badare al piccolo animale domestico. Dopo essere stata licenziata dal ristorante per non essere abbastanza socievole, Takada si mette alla ricerca di un nuovo lavoro. Intanto, anche sul versante romantico, quando una frequentazione iniziata via chat viene interrotta bruscamente proprio nel momento in cui sembra prendere la piega giusta, le sue speranze annegano nella sensazione di essere, ancora una volta, colpevolmente inadeguata.
Non adatta al lavoro e ghostata ancor prima di avere avuto l’opportunità di farsi conoscere, Takada riesce a ritrovare un sorprendente senso alla propria esistenza, quando si imbatte nel signor Sakai, che la assume nella sua atipica impresa di pulizie, specializzata in casi di kodokusha, ovvero di persone che muoiono in solitudine e la cui morte passa inosservata a lungo. La piccola e caotica azienda si occupa di pulire e svuotare quegli appartamenti che altrimenti rimarrebbero sede di morti solitarie, di cui nessun altro si occuperebbe, e che lentamente spingono Takada a ripensare alla propria vita.
Guidata fino a quel momento da una certa flemma e dal desiderio nitido di essere semplicemente lasciata in pace, scoprirà a poco a poco di cambiare non soltanto i suoi piani di solitudine, ma anche lo sguardo con cui osserva le vite delle persone che la sfiorano e persino la stessa idea di sé.
Milena Michiko Flašar è l’autrice di un romanzo che impegna la mente e il cuore senza appesantire l’animo. Con una prosa che è binomio di malinconia e levità, la scrittrice nippo-austriaca racconta una solitudine solo apparentemente ricercata e autoinflitta; invece, essa è sintomo inarrestabile di una società che sembra non avere altro da offrire, in cui le persone pur crescendo di numero mettono sempre più distanza tra loro, e la preoccupazione e l’interesse verso gli altri sono frenati dal timore di disturbare e di essere disturbati. Ma il romanzo di Flašar riesce a mettere in mostra la speranza di poter sempre invertire la rotta, persino e soprattutto grazie all’inaspettato.
Federica Cracchiolo
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