Un viaggio per il mondo attraverso 58 foto-cartoline, immagine a sinistra e didascalia, più o meno lunga, a destra; un reportage scritto a quattro mani, percorso con quattro gambe e osservato con quattro occhi. Non importa dove (Gabriele Capelli Editore, febbraio 2025) è l'ultimo lavoro di Yari Bernasconi e Andrea Fazioli, due scrittori svizzeri di lingua italiana, l'uno poeta e l'altro giornalista, che spesso lavorano insieme.
Il libro, perfetto per un'ora di lettura, magari in treno, con il paesaggio che scorre fuori dal finestrino, consente di ritrovarsi, pagina dopo pagina, in mondi diversi, dalla Cina all'Arizona, dalla Birmania alla Svizzera, passando per l'India e la Colombia. Da Venezia a Roma a Gerusalemme. Un'esperienza di lettura originale, con la sorpresa di cambiare luogo e atmosfera ogni volta che si gira pagina. E quale tuffo al cuore nel ritrovare, tra le tappe dei due scrittori, anche la mia città, Cremona, che si fa piccola in mezzo a tante meraviglie, ma che si erge orgogliosa con il suo Torrazzo.
Le immagini, scattate nella quasi totalità dai due autori, non sono cartoline di bellezza, non rappresentano staticamente un'immagine turistica, ma colgono un attimo, un frammento, un movimento. Mirano a restituire l'essenza stessa del luogo grazie a un particolare, a un gesto, a una persona che, in quel momento, fa qualcosa, per esempio vende poesie. La pagina scritta che accompagna la cartolina non è soltanto la descrizione di un luogo, può esserlo, ma va al di là. Richiama alla mente sensazioni, impressioni, ricordi. Del resto, in ogni viaggio, la meta ci arriva a seconda delle nostre esperienze, del nostro vissuto, del nostro modo di guardarla e soltanto così, dai nostri occhi, la sappiamo trasmettere agli altri. Qui lo sguardo è a due e riflette anche la storia di un'amicizia, di un rapporto importante e profondo. Così l'istantanea di un esterno può diventare anche un punto di contatto con l'intimo. E ogni meta del libro può diventare anche un po' nostra, se guardiamo la cartolina con i nostri occhi.
Spesso il luogo fotografata e raccontato diventa un pretesto per una divagazione storica, come nel caso del ponte di Orsiéres, in Svizzera, che, forse, a saper guardare, reca ancora le tracce del passaggio di Mayeul, l'abate di Cluny, che qui nel 972 d.c. venne attaccato dai briganti saraceni. O come nel caso di Sidi Bou Said che espone all'azzurro le spoglie vestigia della Cartagine un tempo maestosa.
E non è solo la storia ad animare queste cartoline. Quanta letteratura ci passa attraverso. Da un'isola dell'Oceano Atlantico dove naufragò Robinson Crusoe al ventre di un grande pesce dove Geppetto, Pinocchio e Giona aspettano l'arrivo dei due scrittori per intavolare un poker a cinque. Una cartolina dall'al di là di uno specchio ci richiama alla mente Alice, dall'Imladris di tolkieniana memoria alla Sofronia delle Città invisibili di Italo Calvino. Ma una cartolina può arrivare anche dall'interno di un social network o da una casella del Monopoli, quella Paradeplatz che corrisponde al nostro Parco della Vittoria, l'indirizzo più conteso, dove costruire case e alberghi con l'avidità di un costruttore novello. Ma può anche essere spedita da una città fantasma, dal tendone di un circo, da un'aula scolastica vuota, dai bordi di una piscina di plastica. O dal futuro, con Venezia, spostata su una grande isola, che veleggia in perenne tour di esibizione. O da un resort su Marte. Insomma, ogni volta che si gira pagina si viene proiettati in dimensioni, che siano reali o no, le più disparate.
Spesso piove nelle immagini scattate, a volte invece l'azzurro del mare e del cielo colpisce con la sua nitidezza, come il bianco del ghiacciaio abbacina e il grigio delle nuvole confonde, mentre il nero del buio o di un traforo spaventa.
Un volumetto piccolo, agile, un caleidoscopio di frammenti. Raccontati con una lingua che sa farsi lirica, poetica o essenziale. Ma ogni piccola storia ha in sé il potenziale per diventare una grande storia o per creare nuovi racconti nella mente e nell'immaginazione di chi guarda e di chi legge. Un progetto potenzialmente infinito.
Sabrina Miglio
Social Network