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Un'occasione per ritornare a essere il re del soul e per ricominciare a vivere: "Quattro giorni all'hotel Majestic" di Benjamin Myers

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Quattro giorni all'hotel Majestic
di Benjamin Myers
Bollati Boringhieri, aprile 2025

Traduzione di Simona Garavelli

pp. 240
€ 18 (cartaceo)
€ 10,99 (ebook)

Earlon "Bucky" Bronco è per tutti quelli che lo conoscono il re del soul, ma il problema è proprio quello: chi lo conosce ancora? Autore e interprete di due evergreen come Until the Wheels Fall Off All the Way Through to the Morning e di un altro paio di canzoni mai però uscite dalla sala di registrazione, Bucky è ormai un settantenne che a Chicago nessuno collega più ai suoi successi come cantante. D'altra parte, non ci ha praticamente tratto denaro, a parte una cifra simbolica ai tempi dell'uscita dei pezzi. Per questo a Bucky e ai suoi conoscenti sembra inverosimile che oltre cinquant'anni dopo l'uscita dei suoi pezzi ci sia chi, in Gran Bretagna, si ricorda di lui, al punto da invitarlo a un festival musicale garantendogli viaggio e permanenza spesati e cinquemila dollari. 

Solo da quasi un anno dopo la morte dell'amata Maybellene, Bucky si chiede: cosa ho da perdere ad andare a Scarborough e cantare? Certo, si tratta di attraversare l'oceano per la prima volta nella sua vita e di fare i conti con il male all'anca sempre più doloroso, ma con l'aiuto delle sue pillole Bucky sente di farcela, e dunque accetta. Non ha però fatto i conti con un imprevisto (le pillole resteranno sull'aereo) né con la sfida più grande: rimettersi in gioco, cantando per la prima volta davanti a un pubblico. 

Fin dall'arrivo all'aeroporto, Bucky riceve un'accoglienza impensata: Dinah, una degli organizzatori del festival, si dichiara la sua più grande fan e si comporta con lui con tutto l'entusiasmo e l'ansia da prestazione che ha chi incontra un suo idolo. L'uomo, già provato dal viaggio, è a dir poco scettico e si chiede cosa lo aspetterà. 

Domanda che si pone nuovamente davanti al grande hotel di dodici piani, il Majestic, dove sarà ospitato per i quattro giorni successivi. L'hotel Majestic è un po' come Bucky: ha visto tempi migliori, tant'è che, se un tempo è stato il più grande hotel della Gran Bretagna settentrionale, desiderato persino da Hitler, adesso i suoi stucchi dorati e le lussuose scalinate sono un po' fuori tempo massimo. La decadenza è ben visibile, a cominciare da intere ali dell'albergo chiuse e dalla presenza di una clientela decisamente lontana dai vecchi fasti del Majestic. 

Eppure è proprio qui che, in una camera con vista a strapiombo sul Mare del Nord, Bucky deve fare i conti con sé stesso, con la solitudine bruciante che prova dalla morte della moglie, ma anche con dei fantasmi del passato che si scoprono nel corso della lettura e che sarebbe colpevole anticipare. E meno male che c'è Dinah a sostenerlo nei momenti più difficili! Lei è una donna che non si perde d'animo, nonostante la sua situazione familiare difficile: un marito perennemente ubriaco e a far baldoria e un figlio perennemente incollato a internet e privo di personalità. È Dinah a badare a loro in tutto, e a sfamare la famiglia col suo lavoro di cassiera. 

Non sorprende dunque che, nonostante una ventina d'anni li separi, Dinah e Bucky si trovino straordinari. Le loro solitudini (non a caso il titolo originale dell'opera è Rare Singles) si incontrano e nasce un'amicizia sincera e autentica, sorprendentemente veloce nel prendere forma in questi pochi giorni insieme. Un'amicizia che ricorda un po' quella comunione d'intenti che era un tema chiave di All'orizzonte, altro romanzo di Myers (uscito in Italia sempre per Bollati Boringhieri nel 2021) che abbiamo amato molto in redazione. Questa volta non è la letteratura a rappresentare terreno di interesse comune tra i due protagonisti, ma la musica soul, vera coprotagonista. 

Divertente a tratti, altrove nostalgico, Quattro giorni all'hotel Majestic metterà sia Bucky sia Dinah davanti alla possibilità di una seconda occasione, che però bisogna saper cogliere, con coraggio e un granello di rischio. Romanzo pieno di sensibilità ma anche di realismo, Quattro giorni all'hotel Majestic riconferma il talento di Benjamin Myers nel guardare agli aspetti più intimi e riposti di persone comuni, muovendosi con rispetto tra i vizi, le debolezze e le dipendenze che rendono fallibili e più umani i suoi personaggi.

GMGhioni