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David Grossman
Gloria M. Ghioni
Libri stranieri
Che tu sia per me il coltello
Che tu sia per me il coltello
di David Grossman
Milano, Mondadori, 1998
Una narrazione epistolare, veloce a tratti e scandita da riflessioni illuminanti sullesistenza e sullamore. Così definirei di primo acchito il libro di David Grossman che ebbi modo di leggere quasi un anno fa: immagini indelebili si sono scolpite nella memoria, plasmando il piacevole ricordo di unopera che si rilegge volentieri, magari concedendosi qualche salto temporale, perché le lettere che i protagonisti, Yair e Miriam, si scrivono possono essere comprese anche al di fuori del contesto.
È come se Grossman avesse scelto due personaggi molto diversi, spesso in contrasto luno con laltro, per testimoniare il filo impalpabile del destino che ha unito due esistenze disgiunte, un uomo e una donna già sentimentalmente impegnati agli occhi della società. Con questo, non vorrei rischiare un fraintendimento: Grossman non si interessa per niente dellamore fedifrago tra due sposati, ma, al contrario, vuole realmente fregarsene. Infatti, lamore epistolare che lega Yair e Miriam, per quanto contrastato da una serie di ambiguità e incomprensioni, diventa lentamente assuefazione alla quale entrambi non possono rinunciare. Da qui, il significato del titolo: che tu sia per me il coltello, che tu denunci e tagli senza pietà un solco tra il ieri senza di te e loggi, costellato delle tue attenzioni. Spesso, nelle lettere che i due si scambiano appare la sincerità dolorosa di rapporti indiretti, ovvero lapparente sicurezza di non vedere mai linterlocutore dà il coraggio di osare, a parole, spesso realmente taglienti e impietose. Proprio in nome di questo rapporto, netto e senza dubbi dati da inutili formalismi, Yair e Miriam arriveranno ad una conclusione un poco scontata, ma avvolta dalla narrazione ammaliante di Grossman, impagabile narratore, tradizionale e sperimentale al tempo stesso.
Da Che tu sia per me il coltello:
"Ti prego solo di non andartene, perché se te ne vai ora non fai più ritorno. Fuggirai oltre i confini del mondo e non vorrai ricordarti di quello che è iniziato qui, tra me e te, quando lanima si apre così, lentamente e con dolore, verso unaltra persona. Non smettere di scrivere, aggrappati alla penna con la forza che ti è rimasta. Stai tremando per lo sforzo, ma continua a scrivere, affondando in me le tue radici. Non avere paura. Nemmeno di quel pensiero che hai fatto un milione di anni fa, o due giorni fa, quando avresti voluto risvegliarti senza memoria, dopo un incidente o un intervento chirurgico, ricordando a poco a poco, la tua storia e la mia per raccontarla a te stesso, dallinizio senza sapere, nemmeno per un momento, se in quella storia tu sei luomo o la donna. Vorrei che tu potessi ricordare come ci si sente quando si è donna, e come ci si sente quando non si è né uomo né donna. Solo essere, prima di tutto, prima delle definizioni, dei pronomi personali, delle parole e dei generi. Forse in questo modo, potresti anche arrivare, quasi per caso, alla possibilità primordiale di essere me."
GMG
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