La giornata d'uno scrutatore
di Italo Calvino
Prima edizione: 1963
In un’ intervista sul “Corriere della sera” del 10 marzo 1963 I. Calvino parla di un “groppo lirico- morale” che va formandosi ed imponendosi nella mente e nella coscienza di ogni scrittore costituendo una sorta di filtro, “ciò che decide, nel mare delle cose che si possono scrivere, quelle che è impossibile non scrivere”.
“La giornata d’ uno scrutatore” è un racconto di riflessioni più che di fatti e prende spunto dall’ esperienza autobiografica dell’autore incaricato di scrutinio al Cottolengo durante le elezioni del 1961.
Il racconto si carica di valenze universali mentre il pensiero del protagonista si dilata superando gli angusti confini delle cabine elettorali, dietro la cui asetticità si cela la democrazia; confini asfittici di corsie d’ ospedale, di sale gremite di storpi e dementi, accuditi da monache avvolte nel loro “alone di santità” ed a cui lo scrutatore comunista vorrebbe parlare di una società non ultraterrena in cui “vivere per uno scopo universale sarebbe stato più naturale che vivere per qualsiasi scopo particolare”.
L’unità “classica” di tempo, spazio ed azione si sfrangia in una molteplicità di pensieri utili a controbilanciare l’horror vacui da cui Amerigo Ormea viene assalito riflettendo sulla possibilità di un disastro atomico capace di cancellare la Bellezza dal nostro pianeta. Ma i giovani ebeti e malformati che gli stanno intorno non sanno di essere “diversi”… e se anche noi che ci reputiamo “normali” fossimo gli inconsapevoli storpi discendenti da una specie superiore? Se fossimo l’unica evoluzione possibile di una razza scampata ad un disastro apocalittico?
La fantascienza si mescola qui ad interrogativi etici, politici e filosofici perché se Amerigo arrivando al Cottolengo si chiede se sia giusto concedere il diritto di voto a persone a mala pena in grado di intendere e di volere, di esprimere una volontà politica, alla fine della giornata la domanda non avrà più significato. Le domande più assillanti diventano altre: “è più caritatevole far vivere o lasciar morire?”, “fino a dove un essere umano può dirsi umano?” ed ancora, dopo la telefonata della compagna- personificazione della Bellezza, cosa significa procreazione responsabile? Può un deciso sostenitore del birth- control accettare un figlio concepito per errore?
Una risposta per tutte Amerigo la formula osservando un contadino accanto al figlio idiota: il primo gli sguscia delle mandorle, il secondo lo ricambia sorridendo… “Ecco, pensò Amerigo, quei due così come sono, sono reciprocamente necessari. E pensò: ecco, questo modo d’essere è l’amore. E poi: l’ umano arriva dove arriva l’amore; non ha confini se non quelli che gli diamo”.
Esposto Ultimo Eva Maria
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