Quelle strane, stranissime lettere dagli esordienti...
-- L'importanza dell'autopresentazione --
Da tempo pensavo di scrivere qualche riga ironica su quanto accade a noi amministratrici di CriticaLetteraria. Poi temevo di essere presa per bacchettona o per purista, ma alla fine la mia logorroica grafomania ha sciolto le ritrosie. Prego tutti quanti di prendere le seguenti righe come una goliardata da risate benevole; non si intende qui deridere nessuno, ma solo raccontarvi col sorriso le casistiche più disparate di approcci degli esordienti e, perché no?, offrire un paio di suggerimenti a chi ci contatterà nei prossimi giorni!
Esistono varie tipologie di esordienti, inutile specificarlo. E la nostra proposta di lettura, valutazione ed eventuale recensione gratuita attira, come potete immaginare, davvero di tutto. Ci sono alcune esagerazioni, ma preciso che ogni fatto o persona presentato qui sotto non è assolutamente inventato (anche se ogni tanto lo preferiremmo!), pur rispettando la privacy e l'anonimato! Se vi riconoscete in uno di questi casi, datevi una pacca sulla spalla o, a seconda dei casi, schiaritevi la voce e cercate di capire il nostro punto di vista.
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Una prima tipologia, e qui c'è pochissimo da dire, è quello che definirei l'"iper-educato", che ci dà del Lei o addirittura del Voi (rimasto, forse, all'integralismo linguistico fascista?!), mantenendo distanza o quasi riverendoci per renderci bendisposti nei confronti dell'opera. A volte si scusa per l'invadenza, o ringrazia anticipatamente per qualunque forma di attenzione vorremo dare al suo libro. Si premura di allegare le pagine in pdf, le eventuali note editoriali o le recensioni già ricevute, la copertina, il libro in formato e-book,... Si offre di mandare copie cartacee per te, per gli altri, per la vecchia zia che non si può muovere di casa e anche per il vicino professore, che-non-si-sa-mai. Sto forse esagerando, ma l'iper-educato è estremamente preciso, non sgarra nelle richieste, impagina la lettera con garbo e attenzione grafica, inserisce punteggiatura e accapo precisi. Può sembrare noioso e convenzionale, ma, credetemi, è manna dal Cielo, e le rare volte che si presenta noi tiriamo un sospiro di sollievo. E accettiamo, sempre e comunque, di prendere in valutazione l'opera, anche se il libro magari parla di noiose gite agresti da otium letterario o di egocentrici che si guardano l'ombelico per trecento pagine. Nel caso decidessimo di non recensire l'opera, l'iper-educato non si offende, accetta ora passivamente ora dialetticamente la nostra decisione; se ne discute, lo fa con intelligenza e usa una discrezione tanto fine da far dispiacere (ma la pietà, credetemi, non rientra tra i nostri criteri di valutazione). A volte, anche a distanza di anni, i più affezionati mandano auguri per le feste comandate, a cui rispondiamo sempre con un sorriso (e una email) di piacere.
Passiamo poi all'"amico di", categoria difficile da gestire, perché siamo in Italia e, senza falsi pudori, ammetto che a volte è capitato di dare un po' di priorità alla lettura dell'opera di un "amico di", giusto per sapere prima cosa fare. Sì, perché spesso l'"amico di" è fiero, si sente tutelato dalla sua (pacata o meno) raccomandazione, scrive dandoci subito del "tu" e passando a toni amichevoli e gigioni dalla seconda email. Ogni tanto scrive di nuovo, controlla se stiamo leggendo l'opera, se ci piace, se ci serve qualche informazione ulteriore, o l'esegesi di qualche passo... Sai cosa ci serve? Il silenzio. Perché solo nel silenzio possiamo prendere la tua opera, leggerla con calma e dimenticarci che sei l'"amico di", valutare le pagine per quello che sono, nella buona o nella cattiva sorte. I casi peggiori sono quelli in cui ci mette lo zampino anche l'amico che raccomanda, che accompagna l'email dell'"amico di" con un "sai, il mio caro amico X ha scritto un libro. Ve lo mando e, per piacere, cercate di essere rapidi". Sottinteso c'è "e indolori". Questo, purtroppo, non è così raro, e con grande soddisfazione (e un po' di ribellione) posso confessarvi che solo un paio di questi libri si sono salvati perché davvero meritevoli. Gli altri, per direttissima, sono stati rimandati a settembre. O espulsi.
Abbiamo poi il "fratello mancato". Il fratello mancato scrive dandoci del tu, non ha raccomandazioni e mediamente vuole piazzare il libro così, per vedere cosa ne pensiamo. E' piuttosto disteso nei toni, a volte si confonde benissimo con lo "sbadato", cioè un esordiente generalmente piuttosto simpatico, alla mano, terribilmente ansioso, che dimentica gli allegati, si presenta in modo bislacco, ma ispira tenerezza e comprensione. Viene istintivo proteggerlo, spiegargli di darci tranquillamente del 'tu' e di non formalizzarsi, perché capiamo benissimo le preoccupazioni dell'autoproporsi. La sua medietà fa a volte appello all'umiltà, e generalmente non si altera troppo se l'opera non verrà recensita o se, nel nostro testo, comparirà qualche appunto negativo.
Iniziano poi i casi più inquietanti.
Innanzitutto, lo "strano", che si presenta in modo insolito, dice di sé particolari non convenzionali, provoca un sorriso con qualche notazione strampalata. Sì, perché lo strano si colloca su quel crinale sottilissimo del ci-è-o-ci-fa, porta chissà quali argomentazioni per farsi recensire, e molto spesso ci racconta tutta la parabola che l'ha portato prima a scrivere e poi a pubblicare, con dettagli irrilevanti ma spesso goduriosi.
Il "magnanimo" è uno dei peggiori. Manda mail in doppiopetto, con firme automatiche che recano in calce tutti i suoi titoli e onorificenze (tutti reali?), i contatti da grande manager di sé stesso, e soprattutto, la sua bibliografia aggiornata all'altro ieri e magari anche a domani. A volte spocchiosamente scrive di volerci solo "informare dell'uscita del suo ultimo romanzo", manco fosse Umberto Eco, e ci segnala con nonchalance dove possiamo acquistare l'opera e dove prenotarla in anticipo. Prenotarla in anticipo? Acquistarla? Dal momento che offriamo un servizio gratuito, mi sembra giusto... E spesso ci sono allegati straordinari, quantità inquietanti di recensioni ricevute, ma nessun allegato in .pdf che ci porti qualche pagina per saggiare l'opera. Con questo esordiente - che si sente a un passo dal Nobel - è difficile trattare, perché molto spesso la spocchia viaggia in compagnia con la permalosità, e ogni critica è sentita come un affronto, una calunnia, qualche volta (ahimé!) da querelare.
Non manca mai "lo studente sfaticato". Questo prende CriticaLetteraria per una copia di Studenti.it (con tutto rispetto per questo preziosissimo sito!), e quindi non può fare a meno di copia-incollare le nostre recensioni spacciandole per temi letterari che ha cavato dalla sua Bic sulla scrivania della cameretta. Peccato che gli insegnanti non siano di primo-pelo, e salti subito all'occhio se l'impostazione di uno scritto è scolastica o giornalistica! Ma la vera riscossa degli sfaticati è nel periodo delle tesine di maturità: allora riceviamo decine (giuro!) di mail, in cui deliberatamente si richiede questa o quella scheda di approfondimento, questa o quella analisi del testo, senza troppe cerimonie. E senza troppe cerimonie rispondiamo per anatemi...
Ultima tipologia, molto deludente, da cui vi prego di distinguervi sempre, è quella del "paccaro". In un primo tempo, il paccaro può poi essere un "fratello mancato", un "iper-educato", un "magnanimo" o uno "strano"; prende la sua seconda denominazione quando promette di mandare l'opera e poi - chissà perché e come - l'opera non arriva mai a destinazione! Cari amici paccari, vi preghiamo di non contattarci se non avete poi intenzione di mandarci la vostra opera, perché ogni volta c'è un lavoro in redazione per inoltrare i vostri dati, raccogliere la disponibilità dei collaboratori, ricontattarvi, mandarvi indirizzo e quant'altro. E poi c'è anche l'attesa di ogni recensore che, presosi l'impegno, resta ad aspettare la vostra opera. Non deludeteci così!
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In costante attesa di nuove e sconcertanti (in senso positivo soprattutto!) revisioni di queste tipologie, continuiamo a leggere le vostre proposte con speranza non immutata ma ancora viva. Vogliateci bene e coccolateci con e-mail un po' più curate!
GMG
Innanzitutto, lo "strano", che si presenta in modo insolito, dice di sé particolari non convenzionali, provoca un sorriso con qualche notazione strampalata. Sì, perché lo strano si colloca su quel crinale sottilissimo del ci-è-o-ci-fa, porta chissà quali argomentazioni per farsi recensire, e molto spesso ci racconta tutta la parabola che l'ha portato prima a scrivere e poi a pubblicare, con dettagli irrilevanti ma spesso goduriosi.
Il "magnanimo" è uno dei peggiori. Manda mail in doppiopetto, con firme automatiche che recano in calce tutti i suoi titoli e onorificenze (tutti reali?), i contatti da grande manager di sé stesso, e soprattutto, la sua bibliografia aggiornata all'altro ieri e magari anche a domani. A volte spocchiosamente scrive di volerci solo "informare dell'uscita del suo ultimo romanzo", manco fosse Umberto Eco, e ci segnala con nonchalance dove possiamo acquistare l'opera e dove prenotarla in anticipo. Prenotarla in anticipo? Acquistarla? Dal momento che offriamo un servizio gratuito, mi sembra giusto... E spesso ci sono allegati straordinari, quantità inquietanti di recensioni ricevute, ma nessun allegato in .pdf che ci porti qualche pagina per saggiare l'opera. Con questo esordiente - che si sente a un passo dal Nobel - è difficile trattare, perché molto spesso la spocchia viaggia in compagnia con la permalosità, e ogni critica è sentita come un affronto, una calunnia, qualche volta (ahimé!) da querelare.
Non manca mai "lo studente sfaticato". Questo prende CriticaLetteraria per una copia di Studenti.it (con tutto rispetto per questo preziosissimo sito!), e quindi non può fare a meno di copia-incollare le nostre recensioni spacciandole per temi letterari che ha cavato dalla sua Bic sulla scrivania della cameretta. Peccato che gli insegnanti non siano di primo-pelo, e salti subito all'occhio se l'impostazione di uno scritto è scolastica o giornalistica! Ma la vera riscossa degli sfaticati è nel periodo delle tesine di maturità: allora riceviamo decine (giuro!) di mail, in cui deliberatamente si richiede questa o quella scheda di approfondimento, questa o quella analisi del testo, senza troppe cerimonie. E senza troppe cerimonie rispondiamo per anatemi...
Ultima tipologia, molto deludente, da cui vi prego di distinguervi sempre, è quella del "paccaro". In un primo tempo, il paccaro può poi essere un "fratello mancato", un "iper-educato", un "magnanimo" o uno "strano"; prende la sua seconda denominazione quando promette di mandare l'opera e poi - chissà perché e come - l'opera non arriva mai a destinazione! Cari amici paccari, vi preghiamo di non contattarci se non avete poi intenzione di mandarci la vostra opera, perché ogni volta c'è un lavoro in redazione per inoltrare i vostri dati, raccogliere la disponibilità dei collaboratori, ricontattarvi, mandarvi indirizzo e quant'altro. E poi c'è anche l'attesa di ogni recensore che, presosi l'impegno, resta ad aspettare la vostra opera. Non deludeteci così!
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In costante attesa di nuove e sconcertanti (in senso positivo soprattutto!) revisioni di queste tipologie, continuiamo a leggere le vostre proposte con speranza non immutata ma ancora viva. Vogliateci bene e coccolateci con e-mail un po' più curate!
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