Otto settembre duemiladodici - lungo il Sarmento, a San Paolo Albanese, il Primo Festival dei Poeti di Basilicata; lontano dal centro abitato, atmosfera di luci esili, di buio, quasi, una cupola di astri e un monte che isola la quiete, sormonta la platea e i suoi poeti. Ulderico Pesce, presentatore dell’evento, attore, regista e direttore del Centro Mediterraneo delle Arti, descrive lo scenario come “luogo poetico dove l’illusione dell’industria non è mai arrivata” e “patria dell’intreccio delle culture”. Numerosi poeti e aspiranti poeti lucani recitano liriche d’amore, di denuncia sociale e strazi dell’io, l’uomo poeta-operaio, il poeta-giovane, il poeta della terra, il dialettofono e l’anziano ancora ispirato dai capelli carezzevoli dell’amata. Luoghi di Grecia e di Albania echeggiano negli intermezzi musicali del gruppo VIOCLABASS, ritmi dei Balcani, mescolanza di Arbëreshë e Goran Bregović.
Tre i classificati alla gloria, votati da una giuria tecnica, tre donne,
giovani eredi del pessimismo della Morra. In ordine decrescente, terza
classificata Merisabel Calitri, seconda Donatella De Stefano, prima Rosa
Cammisa. Particolarmente intense le poesie di Donatella De Stefano, alienazione
di personaggi di strada, che come suggerisce Pietro Abitante, ricorda sfumature
checoviane. Molto raffinate le liriche d’amore di Antonio Brigante.
Sinestesia dei sensi, “profumo di mosto” brancatiano, atmosfera della contemplazione nell’assaporare versi e musica.
Isabella Corrado
Sinestesia dei sensi, “profumo di mosto” brancatiano, atmosfera della contemplazione nell’assaporare versi e musica.
Isabella Corrado
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