Ieri sera, nella bella sala consigliare del Comune di Tarquinia si è svolto l'ormai immancabile appuntamento con il "Processo" a un intellettuale del momento. Ideato cinque anni fa da Massimo Onofri, presidente e presentatore d'eccezione del Premio Cardarelli, il processo è ormai un appuntamento fisso, cui partecipano tre intellettuali che, scherzosamente, accettano di rappresentare l'imputato, l'avvocato difensore e l'accusa. Giuria è sempre la cittadinanza di Tarquinia, cui si aggiungono i premiati delle varie sezioni.
Quest'anno, si è citato nella goliardica ma accesa aula del tribunale di Tarquinia Luca Telese, che da poco ha aperto il nuovo giornale "Pubblico". La domanda della corte era la seguente: si sentiva davvero la mancanza di un nuovo giornale di sinistra? A difesa di Telese, Francesco Merlo, celebre penna del Corriere della Sera, che ha dovuto ribattere a un acceso e irruente Oliviero Toscani della controparte. Il tutto, coordinato da Massimo Onofri, che ha insinuato dubbi ed evidenziato controsensi e sottili incongruenze delle arringhe.
Come abbiamo registrato nel live tweet della serata, sono volate domande alte, quali il ruolo del giornalista oggi, la sua natura e il suo compito:
Toscani: il giornalista non è altro che un portinaio di un palazzo più o meno grosso e importante.In particolare, Merlo e Toscani concordano sulla bontà di intenti di Luca Telese: un male, secondo Toscani, secondo i quale la bontà renderebbe ricattabili; al contrario, il giornalista dovrebbe essere cinico. Merlo tende invece a sottolineare i lati innovativi del giornale di Telese: il suo desiderio di parlare degli ultimi e dei primi (premiando da un lato gli individui e dall'altro anche quella meritocrazia assente in Italia), nonché il coraggio di essere una testata nata con pochissimi fondi privati, senza contributi di editori.
Merlo: il giornalismo non è cambiare idea perché ci pagano, ma perché le idee cambiano noi, e nessun direttore di giornale può imporci di cambiare idea. Almeno, non un bravo direttore.
Telese: noi giornalisti siamo chiamati a diventare artisti, perché le idee, con internet, ce le avete già e prima di noi.
Il dibattito si fa acceso, sempre nel rispetto reciproco, ma con quella punta di divertente e speziato dibattito che anima anche il pubblico. L'apice si tocca quando si parla di televisione: Toscani la avversa, ritenendola assassina dell'immaginazione; Merlo è più possibilista, la ritiene un semplice medium per veicolare contenuti diversissimi; Telese, viste le sue partecipazioni in tv, non può che contrastare Toscani.
Dopo due ore di piacevole processo, il responso della giuria: Telese è assolto, e non resta che passare ai saluti e alle strette di mano, tra commenti sul processo, in attesa della premiazione dei vincitori del Premio Cardarelli prevista tra un'ora circa.
Toscani: è vero che, una volta direttori, non si è più bravi giornalisti?
Merlo: in realtà é il contrario: i bravi giornalisti non diventano direttori.
Gloria M. Ghioni
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La premiazione
I PREMIATI
Premio per la poesia:
Patrizia Cavalli
Premio per la Critica Militante:
Piergiorgio Bellocchio
Premio per gli Studi filologici e critico-letterari:
Pier Vincenzo Mengaldo
Premi per la Critica Militante under 35:
1 - Matteo Marchesini
2- Paolo di Paolo
3 - Gloria M. Ghioni
Il libro selezionato dalla giuria degli studenti è Il trono vuoto di Andò.
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