Vienna, cattedrale di Santo Stefano |
Auschwitz sarebbe rimasta un tranquillo borgo polacco di nome Oswiecim, o Oswincim in yiddish, se i tedeschi non l'avessero ribattezzata con il nome tristemente passato alla storia. Il sindaco si sforza di ricordarmi che questo Comune ha 8 secoli di vita. Nessuno potrà apprezzarli perché gli ultimi 70 anni lo inchiodano. Vi è stata riconsacrata una sinagoga nel 2000 dopo che il regime comunista aveva trasformato l'immobile in magazzino di tappeti. Pare un miracolo, perché in questi luoghi la morte continua a seguirti. Sempre. Specie se percorri lo stesso tracciato dei condannati alle camere a gas. Appena scesi dai vagoni, il medico delle SS guardava ognuno un centesimo di secondo e alzava il dito pollice: l'80% degli ignari deportati, per lo più donne, bambini e anziani terminava la loro vita un'ora e mezzo, due ore dopo. Soffocati dallo Ziklon B.
Il quartiere ebraico di Cracovia oggi |
Il cittadino più illustre di Cracovia è diventato tuttavia uno di Wadovice, in grado di oscurare Casimiro e i santi Venceslao e Stanislao: Karol Woytila. Arcivescovo e cardinale di questa città che sigilla in modo inequivocabile il filone dominante della storia polacca: l'adesione al cattolicesimo. Anche Copernico era polacco, un nome che è stato aggettivizzato per dare risalto alle rivoluzioni che stravolgono il passato e non lo fanno più tornare. Il grande Copernico, nemico della chiesa romana. Per trovare una statua a lui dedicata sono dovuto scendere 130 metri sottoterra, nelle miniere di sale di Wieliczka. Ecco l'omaggio a chi ha dato la spallata decisiva alla teoria tolemaica e fatto compiere un passo in avanti irreversibile all'umanità: una memoria del sottosuolo. Woytila invece è ovunque in superficie. Una presenza che arriva a infastidire. Entri in un negozio e se il titolare scopre che sei italiano ti allunga subito il santino commemorativo dell'ultima visita di questo papa a Cracovia. Così, senza chiederti, o chiedersi, se sei credente o non credente, ebreo, musulmano o protestante. E lo fa con il sorriso non cogliendo il fastidio.
Budapest, il Bastione dei pescatori |
La Budapest che vedo non pare in balia di squadracce o teste rasate quanto piuttosto di ragazzi dalle convinzioni politiche contrarie. Poi c'è la borghesia che frequenta i 200 teatri cittadini. Duecento. E allora dove gli hanno presi tutti quei voti i neo-nazisti ungheresi per arrivare a essere il terzo partito? Altre formazioni d'identica ispirazione stanno aggredendo come virus e come virus si espandono, corrodono, aggrediscono le opinioni pubbliche di altre nazioni. Sembra incredibile ma specialmente la Mitteleuropa dove è sorta Auschwitz, a 68 anni dall'apertura dei cancelli del campo, non ha maturato tutti gli anticorpi per debellare il germe che si annida.
a cura di Marco Caneschi
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