Domenica 2 febbraio 2014
Mezzogiorno passato quando, nella sede di Longanesi in via Gherardini a Milano, ha inizio il #BloodyBrunch (date un'occhiata all'hashtag su Twitter): un'ottima (e gustosa) idea per conoscere queste due autrici speziatissime, che in modo diverso danno una speciale descrizione dell'universo femminile di oggi. Infatti, ho avuto modo di leggere Dopo di Koethi Zan e Le ossa della principessa di Alessia Gazzola in contemporanea, per preparare le domande per l'incontro, e la sinergia è stata molto interessante: se con Dopo si sono rivelate molte delle nevrosi moderne, con la "Bridget Jones" anatomopatologa di Alessia si scopre l'ironia e la goffaggine così umane e condivisibili! Ansia, angoscia e suspense nel primo; piacevole divertimento e un po' di rosa nel secondo. Anche per questo, prima ancora di cominciare, dagli sguardi curiosi di Koethi e Alessia si capisce che si prepara un incontro intenso. Con le autrici, l'editor del settore narrativa Fabrizio Cocco e il direttore editoriale Giuseppe Strazzeri.
Da sinistra: Fabrizio Cocco (Editor Narrativa Longanesi) Alessia Gazzola, Giuseppe Strazzeri (Direttore Editoriale Longanesi), Koethi Zan e l'interprete Chiara Serafin |
INDIZI DI CRIME FICTION AL FEMMINILE
La crime fiction al femminile negli ultimi anni sta acquistando sempre più forza: Alessia e Koethi sono la dimostrazione di quanto si possa poi personalizzare un genere che cresce in modo inesausto e che, con parziali e temporanei assopimenti di singoli filoni, non smette di appassionare. Come fa notare l'editore Stefano Mauri, anni fa i vampiri e i serial killer avevano stufato, ma nuovi autori hanno contribuito con le loro proposte a rilanciare un sottogenere. E a volte basta un buon ritmo per appassionare il lettore.
Secondo Giuseppe Strazzeri, il "nuovo crime" è fatto di «discontinuità e innovazioni», dialoga col genere per prendere le distanze da alcuni stereotipi, o si ibrida con altri generi (come nel caso di Alessia Gazzola), per offrire qualcosa che esce dai canoni o, addirittura, creare nuovi generi e sottogeneri.
GESTIRE LA PAURA
Davanti a due scrittrici che hanno a che fare per lavoro e creatività con i crimini, è inevitabile chiedersi se non provino mai paura. Koethi Zan sorride: sì, scrivere Dopo ha avuto un effetto catartico, per confinare in un romanzo la paura di essere imprigionata e sotto il controllo di un'altra persona. Da piccola i suoi genitori la avvisavano del pericolo e le raccomandavano fin troppa prudenza - proprio come fa lei ora con le sue figlie! A peggiorare la paura, in maniera definitiva, l'uscita del Silenzio degli innocenti. Per quanto riguarda Dopo, la storia, che ha pericolosi punti di tangenza con il dramma di Cleveland, ha fatto spesso venire i brividi a Koethi durante la stesura.
Al contrario, Alessia Gazzola, che lavora come anatomopatologa, non ha paura mentre scrive: anzi, ritiene che l'osservatorio femminile sia in parte rassicurante. E, se chiamata a fare il nome di un modello di crime fiction in gonnella, sicuramente torna alla «zia Agatha» (chiaramente Christie): pensate che tiene una sua foto sulla scrivania!
PROTAGONISTE FRAGILI VS. ISPETTORI DALLO SGUARDO DI GHIACCIO
Nella crime fiction al femminile, l'ennesima rivoluzione viene dai personaggi: infatti, le protagoniste, tra loro diversissime, manifestano sempre loro debolezze. Siamo ben lontani dagli ispettori duri, che hanno flirt conturbanti senza bisogno di corteggiamenti! Anzi, Koethi e Alessia concordano nel pensare che non siano poi tanto attraenti, personaggi così... Invece, l'umanità delle loro protagoniste (pasticciona e vitalissima l'Alice Allevi di Alessia; nevrotica e bloccata nei rapporti e nei contatti fisici la Sarah di Koethi) è fondamentale per far immedesimare il lettore. Anzi, commenta Koethi, «ormai è praticamente impensabile scrivere un libro con personaggi senza debolezze».
PAURA DELLA... CONCORRENZA?
Se il genere va molto bene ed è apprezzato dai lettori, la concorrenza aumenta inevitabilmente. La cosa non sembra affatto spaventare le scrittrici, anzi! Se pensassero al mercato e al numero di proposte, inevitabilmente resterebbero terrorizzate. Molto meglio dedicarsi alla scrittura, e lasciare che siano gli editori a occuparsi degli "avversari".
LA TECNOLOGIA RIVOLUZIONA UN GENERE?
Per Alessia la tecnologia aiuta a trovare mappe, lavorare su Google, accertarsi dei dati in modo più rapido, ma il vero cambiamento è quello del suo metodo di lavoro: se ai tempi dell'Allieva Alessia era disordinatissima e piuttosto caotica, adesso ha imparato a fare scalette e ad addomesticare un po' l'anarchia che - dice - «muove un po' tutta la sua vita».
Mauri concorda con Koethi Zan: la tecnologia e i cellulari in particolare stanno complicando molto la vita agli scrittori di crime fiction. Il lettore si può sempre chiedere: "ma perché questo personaggio non ha scattato una foto alla targa col cellulare?" o "come mai ha proprio perso il telefono prima del rapimento?". Ormai tanti misteri non sarebbero più possibili al giorno d'oggi!
IL RICORDO, GIOIA E DOLORE DELLO SCRITTORE E DEI PERSONAGGI
Un elemento che vogliamo approfondire noi di CLetteraria è il ruolo del ricordo: nei due romanzi, infatti, il ricordo è qualcosa a cui aggrapparsi per Alice, protagonista di Alessia Gazzola, anche se spesso è illusorio e non totalmente pacificato; in Dopo è il movente di tutta l'azione e anche dei viaggi per scoprire l'intrigo. E per le scrittrici? Entrambe sono d'accordo, il ricordo è fondamentale per la vita come per la scrittura: Alessia si è abituata a prendere appunti - non proprio diaristici -, per salvare dalla dimenticanza frammenti di vita nella loro vividezza. Koethi ribadisce che ricordare è una sorta di "allegoria della terapia". In particolare, avendo appena riletto 1984 di Orwell, vede come là la memoria coincida con la storia. Al tempo stesso, il ricordo personale è essenziale: scrivere del passato significa in parte rielaborare e riplasmare le sensazioni che si sono provate, a volte - estremo segno di libertà - alterando il passato con la narrativa!
COSA VEDREMO TRA UN PO'?
Gli immancabili autografi :) |
Mentre si chiacchiera e si degusta il simpatico menù rosso e nero in tema con la crime fiction, le autrici si raccontano volentieri. Non posso fare a meno di chiedere se l'interesse per la distopia porterà Koethi a cimentarsi col genere. A quanto pare, c'è altro che la interessa molto in questo periodo: dare un seguito a Dopo e, progetto impegnativo che sta elaborando in contemporanea, analizzare la difficoltà di certi rapporti interpersonali. Non potremo leggere a breve il frutto di queste fatiche però: «osservare da vicino l'intrico dei sentimenti può essere tanto spaventoso quanto raccontare un crimine!».
E Alessia? Le domando vaga se ha già in mente altre avventure per Alice Allevi. Lei sorride, vaga, ma non nega. E allora aspettiamo!
GMGhioni
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