di Loredana Limone
Salani 2015
pp. 387
€ 15.90
Alle 8 del mattino sono già operativa: telefonate, agende degli appuntamenti da riempire, personaggi spesso difficili da gestire, circondata dalle ultime collezioni di abiti e accessori (lavoro presso un marchio di moda).
Per quanto mi piaccia lavorare in questo ambiente un po’ patinato, raramente le mie giornate si concludono a chiacchierare insieme a un’autrice, un’agente, una responsabile ufficio stampa e un gruppo di lettori appassionati. E poi, chiacchierare di cosa? Di un libro, della sua nascita e della magia della narrazione. Non potrei chiedere di meglio!
In un pomeriggio ancora non troppo caldo, alla Cascina Cuccagna di Milano, Loredana Limone ha incontrato alcuni blogger per raccontare il suo ultimo libro, Un terremoto a Borgo Propizio, la terza parte della saga omonima.
Ogni autore è a sé, non si sa mai cosa aspettarsi. Loredana Limone è uno di quelli che faticano a nascondere l’entusiasmo per la scrittura, complice il clima rilassato e la merenda a base di sfoglie alla crema e, guarda caso, limonata fresca!
L’intuizione per la scrittura è stata immediata:
«sono cresciuta in una famiglia molto ‘pratica’, ero una bambina incompresa e questo mi spinse a rifugiarmi nella scrittura, soprattutto quando fui mandata in collegio. Anche i miei romanzi sono arrivati in un periodo delicato, li ho cercati come una sorta di evasione».
Si illumina quando parla delle sue creature, i tre libri dedicati a un borgo immaginario che potrebbe somigliare a un angolino medievale del Centro o perché no, a una gemma dell’entroterra siciliano.
In realtà, Borgo Propizio è uno di quei luoghi da cui proveniamo e dai quali non vediamo l’ora di scappare. Ogni storia, matrimonio, rottura, ogni nuova apertura e chiusura e ogni tragedia svelano sempre un qualche risvolto nella chiacchiere degli abitanti. È la prassi dei piccoli posti, in cui le dicerie vanno e vengono e, tuttavia, le persone si scoprono unite e solidali anche nei momenti meno semplici. Non sono cresciuta esattamente in un borgo, ma so cosa significhi vivere in un paese e, oltre alla voglia di cambiare aria, ho sperimentato l’affetto e la vicinanza sincera della comunità.
Questa volta Borgo Propizio è sconvolto da un terremoto. Tra le macerie viene ritrovato un cadavere che non sembra essere morto sotto il crollo bensì presenta i sintomi di un strangolamento. Chi può aver ucciso un proprio concittadino?
Per conoscere gli sviluppi bisogna leggere il libro e lasciarsi sorprendere: «la narrazione stessa, afferma Loredana, cambia continuamente ai miei occhi, sono i personaggi che evolvono da sé e mi suggeriscono le loro storie. Non sono uno di quegli autori che amano partire con un progetto ben chiaro in testa e nemmeno faccio delle scalette». I personaggi sono quelli della carta, ma vivono di continue ispirazioni anche all’esterno, come quella volta che ricorda di aver incontrato una signora dal fare geloso che poteva perfettamente riconoscersi nel romanzo: dentro e fuori dai libri c'è una fonte inesauribile di spunti perché la bellezza della scrittura risiede davvero nel racconto, nella necessità di nutrirsi continuamente di storie da trasmettere a propria volta.
Resta da chiedersi cosa altro avranno da dire gli abitanti del Borgo!
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